martedì 14 maggio 2013

25 anni dopo...






Oggi, 14 Maggio, ricorre il venticinquennale dalla storica vittoria della Crazy Gang in Fa Cup.

Per l' occasione, qualche giorno fa, uno degli eroi di quella storica impresa, Dave Beasant, ha rilasciato un' intervista al Dons Player:




I: Sono lieto di annunciare che, questa sera, é qui con noi c'é Dave Beasant. Forse, c'é un ambiente diverso da Plough Lane, ma il cuore del vecchio Wimbledon é ancora qui. Cosa si prova ad essere qui, questa sera?




B: Qui é dove il cuore del Wimbledon FC si trova, con i tifosi guidati da Ivor Heller. I tifosi hanno riscoperto il club fondando l' AFC Wimbledon e partendo dal livello più basso. Ora, giustamente, sono tornati nella Football League. Ci stavamo tutti mangiando le unghie delle mani durante l' ultima giornata di campionato e non credo che, questa sera, ci sarebbe stato qualcuno pronto a guardare avanti, se il Wimbledon non fosse rimasto nella Football League.




I: Quel giorno memorabile é, ormai, quasi lontano un quarto di secolo, ma, in un certo senso, non sembra come se fosse stato ieri?




B: E' pazzesco. Oggi, sono stato a Wembley per fare un paio di cose e Bobby Gould era lì con me. Quando parli di 25 anni fa, ti sembra si tratti di tantissimo tempo e mi auguro che il fatto che mio figlio sia nato alla vigilia della semifinale gli dia una specie di spinta.







I: Quale fu la chiave del successo, in quel giorno del 1988?




B: Penso sia stata il fatto che fossimo una buona squadra. Credevamo l' uno nell' altro e questo ha giocato una buona parte. Avevamo quella fiducia l' uno nell' altro ed ognuno conosceva il suo lavoro. Se qualcuno non avesse fatto il proprio lavoro, non se la sarebbe dovuta vedere solo con il capitano o il manager, ma con altri nove compagni. Ciò ti rendeva sicuro, nello svolgere il tuo compito! Anche se la vittoria della FA Cup costituì un grande giorno per il Wimbledon, in qualche modo, fu solo l' inizio. Gli avvoltoi volavano su di noi, per accaparrarsi i buoni giocatori che avevamo in squadra. Alle altre squadre non piaceva giocare contro di noi, non gli piaceva ciò che facevamo e per molti di loro era perché li avevamo battuti. Appena conseguimmo quel successo, gli altri manager si accorsero che avevamo dei buoni giocatori, all' interno di quella unità. Sono stato il primo a lasciare il Wimbledon, ma la cosa positiva fu il denaro generato dalle cessioni, dato che il valore dei giocatori crebbe.







I: Quante volte hai riguardato quel rigore?




B: Personalmente, non l' ho riguardato, ma ogni volta che c'é una finale di coppa, mi reco ad assistervi. Penso che che, quando avrò 80 anni, mi recherò con una sedia a rotelle a Wembley, per assistere ad una finale di coppa! E' una cosa grandiosa perché é un qualcosa per cui sono ricordato e ogni giorno in cui c'é una finale di coppa, finisco a Wembley, in un modo o nell' altro.







I: Sei stato citato, sul sito ufficiale del Wigan, parlando circa le loro possibilità di vittoria nella finale di oggi contro il Manchester City. Quanto é importante, per questa competizione, che gli sfavoriti continuino a vincere?




B: E' capitato che mi trovassi a Wigan l' altra settimana e qualcuno dei giocatori più anziani pensò di portarmi tra loro per raccontare cosa volesse dire giocare una finale di FA Cup e come avrebbero potuto vincerla! Tattavia, si é trattato di una coincidenza. La storia del Wigan ha uno stile simile a quella del Wimbledon. Loro si trovavano nelle categorie minori, anche se non hanno scalato la piramide in poco tempo come il Wimbledon. Tuttavia, si tratta di una storia simile e, anche se si trovano nella stessa categoria del Manchester City, c'é un terribile contrasto tra i due club.







I: Sei ancora in contatto con qualcuno dei ragazzi del 1988?




B: Frequento con regolarità Lawrie Sanchez e Terry Gibson e ce ne sono un altro paio in cui mi imbatto, di tanto in tanto. Ci sono ragazzi che non ho più visto, dalla finale, anche se, lo spero, qualcuno di loro sarà qui, questa sera.







I: Neal Ardley ha appena condotto il Wimbledon attuale alla sopravvivenza e tu lo conosci abbastanza bene dal tuo periodo con i Dons e con il Watford. Cosa puoi dirci di Neal a quei tempi?







B: Ero un professionista, qui al Wimbledon, quando "Ards" era solo un ragazzino che stava progredendo nel club e si stava, ovviamente, avviando ad avere una grande carriera. Al termine della mia carriera non ebbi un contratto all' inizio della stagione e il mio local club era il Watford, così cominciai ad allenarmi con loro. Conobbi piuttosto bene sia Neal Ardley, che Neil Cox lì. In ogni momento in cui sono rimasto qui non sono mai divuto intervenire e mi sono solo dovuto far largo nell' ufficio del manager!







I: Neal é il tipo di persona che pensavi sarebbe potuto diventare un buon manager?







B: Neal sapeva di cosa parlava, quando era un calciatore ed é stato un buon giocatore.

Poi, é andato avanti, facendo tirocinio, allenando l' academy del Cardiff. So che c'é differenza con l' allenare in Football League, ma ha affrontato bene il passaggio e sono contento che abbia aiutato il Wimbledon a sopravvivere.



http://www.afcwimbledon.co.uk/news/article/beasant-interview-in-full-820049.aspx

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